da Euronews.com

di Giuliano Avanteo

Qual è l'effetto del plurilinguismo sulla mente?

Per decenni questa domanda è sembrata marginale, dal momento che i ricercatori consideravano il cervello "standard" quello che conosce una sola lingua. Oggi più che mai, però, questa supposizione appare inadeguata.

La maggior parte della popolazione mondiale parla almeno due lingue. In Europa, due terzi della popolazione sono bilingue o plurilingue.

La professoressa Marian è stata una delle pioniere nel campo della psicolinguistica e dagli anni '90 studia la mente dei plurilingue. Nel suo nuovo libro The Power of Language: Multilingualism, Self and Society esplora il corpus di ricerche sul plurilinguismo, comprese alcune a sua firma, spiegandole in termini semplici e comprensibili.

Secondo questi studi, il cervello plurilingue funziona in modo molto diverso dal monolingue "standard": memoria, processo decisionale, creatività, invecchiamento sono solo alcuni degli aspetti diversi.

"Le persone che parlano più di una lingua o di un dialetto hanno architetture linguistiche, cognitive e neurali differenti", scrive Marian nel libro.

"Studiare la mente in modo astratto è un'opportunità mancata e ci fornisce una visione poco accurata del suo funzionamento", ha dichiarato l'autrice a Euronews Cultura.

Ecco quindi cinque modi in cui funzionano i cervelli bilingue e plurilingue.

1. I plurilingue possono avere personalità diverse in lingue diverse

Chi parla correntemente più di una lingua dichiara spesso di sentirsi una persona diversa nelle varie lingue. Gli aspetti distinti della loro personalità - affermano - emergono con maggiore forza a seconda della lingua utilizzata.

Nei test che misurano ciò che gli psicologi chiamano i "Big Five" della personalità (apertura mentale, coscienziosità, estroversione, gradevolezza e nevroticismo) le persone plurilingue hanno spesso ottenuto punteggi diversi nella loro lingua madre e nella seconda lingua.

Marian dichiara di averne avuto una prova tangibile scrivendo il suo libro. L'autrice, cresciuta in Moldavia parlando rumeno e russo, ha dichiarato di non aver mai considerato l'idea di scrivere The Power of Language in una lingua che non fosse l'inglese, imparato a scuola.

"Scrivere in inglese mi libera dai vincoli imposti dai ruoli di genere associati alla mia lingua madre - spiega - consentendomi di essere l'intellettuale, la scrittrice e la ricercatrice che le donne non hanno la possibilità di essere in molte lingue".

"C'è un aspetto professionale, ovviamente, in quanto non padroneggio il vocabolario per scrivere di neuroscienze e scienze cognitive in rumeno e in russo", ha dichiarato l'autrice a Euronews Cultura. "Ma c'è anche un legame personale, che vede la lingua fungere da veicolo per la cultura. La cultura rumena e, più in generale, quella dell'Europa sud-orientale, ha ancora molta strada da fare quando si tratta di rappresentare le donne nella scienza".

2. Una mente plurilingue elabora ogni lingua sempre e ovunque

Un tempo si riteneva che le diverse lingue fossero memorizzate in parti diverse del cervello e che ognuna di esse si "attivasse" quando veniva effettivamente utilizzata. Ma la ricerca ha dimostrato che questa teoria è errata. Una mente plurilingue, in realtà, elabora tutte le lingue parallelamente, mantenendole sempre co-attivate.

"Quando il cervello elabora il linguaggio, non è un unico punto del cervello a elaborare il linguaggio - dice Marian - ma una rete diffusa in tutte le aree del cervello".

Per questo motivo, la mente bilingue dispone di un maggior numero di percorsi che collegano parole, concetti e ricordi diversi tra le varie lingue. In pratica, ciò significa che un bilingue francese-inglese noterà più somiglianze tra parole non correlate, come "chiodo" e "nuvola", per esempio, rispetto a chi parla solo inglese, perché "chiodo" in francese si dice "clou".

**3. I plurilingue sono più creativi e propensi al pensiero divergente

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La creatività si riduce essenzialmente alla creazione di connessioni tra cose apparentemente non correlate. È così che nasce l'ispirazione per l'arte, la musica, la scrittura e persino la risoluzione di problemi creativi.

Dato che un o una plurilingue possiede un maggior numero di queste connessioni, radicate nel suo cervello grazie a lingue e culture diverse, tende a ottenere risultati migliori in molte attività creative o nel pensiero divergente.

"La costante co-attivazione di più lingue rafforza i legami tra i suoni, le lettere e le parole nella mente di un bilingue, il che si traduce in reti più fitte e connessioni più solide a livello di concetti e significato", scrive Marian.

Secondo la ricercatrice, imparare un'altra lingua potrebbe persino rendere più creativi. Ma non aspettatevi miracoli. L'autrice scrive che "anche se l'apprendimento di un'altra lingua non porterá la creatività da zero a cento, può aiutare ad aumentarla, e può offrire una marcia in più se si svolgono già attività creative".

4. I ricordi vengono immagazzinati e richiamati in modo diverso in una mente bilingue o plurilingue

La teoria della memoria dipendente dalla lingua suggerisce che i ricordi siano più facilmente accessibili se vengono richiamati nella stessa lingua in cui si è svolto l'evento originale.

Se un bilingue mandarino-inglese racconta la storia della sua vita in inglese, è più probabile che si concentri sui fatti che gli sono accaduti in inglese. Mentre, se sta parlando in mandarino, accadrà il contrario.

"Le reti neurali si attivano in modo diverso a seconda della lingua e, in seguito a tale attivazione, emergono ricordi diversi", spiega Marian. "Quindi il linguaggio si modifica perché è fortemente legato alla cultura, alla memoria e alle esperienze personali".

Ciò si verifica anche in ambito accademico. Per esempio, se un bilingue spagnolo-inglese viene sottoposto a un test in inglese su qualcosa che ha imparato in spagnolo, avrà risultati peggiori rispetto a quelli ottenuti se la lingua di apprendimento corrisponde alla lingua del test.

L'uso di una lingua che non si mastica da un po' di tempo può anche far riaffiorare ricordi che si pensavano ormai sepolti.

5. Imparare una lingua può aiutare il cervello a invecchiare meglio

Parlare lingue diverse richiede al cervello un notevole dispendio di energia, che a lungo andare può proteggerlo da alcune forme di declino cognitivo.

La ricerca ha dimostrato che gli anziani che conoscono più di una lingua hanno una memoria migliore, e gli studi demografici hanno rilevato che nei paesi multilingue si contano meno casi di Alzheimer.

Un altro studio ha rilevato che conoscere più di una lingua può ritardare l'Alzheimer e altri tipi di demenza mediamente di quattro o sei anni. E la buona notizia è che, una volta appresa una lingua, non è necessario usarla regolarmente per trarne i benefici cognitivi.

"È una buona opzione se si pensa alle competenze o a come investire il proprio tempo: imparare un'altra lingua può essere davvero utile e dare frutti a lungo termine con l'avanzare dell'età".

 

Significa anche che se una parte del cervello è danneggiata, una lingua potrebbe essere più colpita di un'altra. Marian definisce questa condizione come un'orchestra che ha perso uno strumento.

"Se una parte del cervello venisse danneggiata, proprio come se si eliminasse un musicista dall'orchestra, alcuni brani musicali ne risentirebbero più di altri", spiega. "Un brano che fa maggior ricorso al violino sarà più colpito dall'assenza del violinista rispetto a un brano che vi si affida in misura minore".