da Corriere.it

di Giovanna Maria Fagnani

A sette studenti su dieci capita, spesso o qualche volta, di avere crisi di pianto o crollo emotivo dovuti alla scuola. E c’è perfino un 16%di alunni che denuncia di averli «sempre». A sostenerlo sono i risultati di un sondaggio diffuso all’interno del liceo linguistico comunale Manzoni di Milano - primo da anni nella classifica di Eduscopio - dal collettivo «Manzoni antagonista». 

Le domande rivolte agli studenti della «Manzoni» riguardavano in particolare la salute mentale e la pressione dei ritmi scolastici. Una parte dei risultati è stata appesa nelle classi, prima delle vacanze pasquali. E la fotografia è questa: uno studente su due non sente valorizzato il suo impegno da parte dei docenti, per uno studente su due la scuola influisce molto sulla propria salute mentale (aggiungendo chi ha risposto «abbastanza» si arriva quasi al 90 per cento).

Più della metà dice di sentirsi classificato solo in base ai voti e forzato a raggiungere l'eccellenza. Un modello di scuola che il collettivo critica: «Fondare la scuola su concetti come merito e competitività, alimentando un continuo stato di pressione, trasforma lo studio da accrescimento personale a un'interminabile prestazione» scrive il gruppo studentesco in un comunicato. L’obiettivo è che «questa nostra analisi non sia fine a se stessa, ma principio di un cambiamento» concludono i ragazzi. 

La preside Maria Rossi annuncia che i professori discuteranno i risultati dell’indagine in collegio docenti. «Ho chiesto ai ragazzi una relazione sul sondaggio con i risultati. Finora ne hanno diffusi solo una parte, sotto forma di grafico» dice la preside. Tuttavia, il tema della salute mentale è noto. «Ci accorgiamo che gli studenti fanno più fatica ad affrontare lo studio rispetto a quanto avveniva in passato. In particolare, le classi prime e le seconde sono quelle che hanno risentito di più della chiusura delle scuole nel lockdown - racconta la dirigente scolastica -. Anche la psicologa ci ha segnalato un aumento delle situazioni di stress e degli attacchi di panico, non in maniera vertiginosa, ma comunque importante. Su questo ci stiamo interrogando anche noi, per mettere in atto strategie di aiuto. Abbiamo già incrementato il monte ore del servizio di ascolto psicologico. E nelle classi prime da due anni abbiamo, introdotto la figura del docente tutor, dedicato al metodo di studio e all’organizzazione del tempo in base al carico di lavoro», conclude la preside. 

I risultati del sondaggio, spiega ancora Rossi, saranno confrontati con quelli della «Rilevazione della qualità percepita del civico polo linguistico Manzoni» che viene eseguita ogni anno dal Comune di Milano. Già in quella, una percentuale tra il 43 e il 45 per cento del campione di 499 studenti che aveva risposto (su 1200 allievi) segnalava come criticità e cose da migliorare la distribuzione del carico di studio a casa. Ma l’apprezzamento generale per la scuola raggiungeva il 76 per cento.