da L'Espresso

di Chiara Screccia

È un problema che si ripete ogni anno «ma questa volta è peggio», racconta Monica Hotellier Boccardo, una docente di lingua inglese e francese alle medie. Precaria. Il suo contratto è iniziato il 4 ottobre e terminerà il 19 dicembre 2023. Ha lavorato quasi tre mesi ma non ha ricevuto nessuno stipendio. 

«In famiglia siamo in quattro. Mio marito prende la pensione minima, mio figlio 700 euro al mese, mia figlia frequenta l’università. Riusciamo a farcela solo perché abbiamo una casa di proprietà, altrimenti sarebbe impossibile. È frustrante lavorare senza sapere quando percepirò lo stipendio, ancora di più sotto Natale». 

 Come Hotellier Boccardo sono migliaia i professori oggi, in Italia, che non hanno incassato neanche un euro da settembre. Anche se hanno fatto lezione regolarmente, così come il loro contratto prevede. Sono impegnati nelle supplenze brevi (cioè che non coprono tutto l’anno), in alcuni casi anche disposti a cambiare città o a percorrere quotidianamente lunghe tratte per raggiungere l’istituto in cui vengono chiamati a insegnare, in base al punteggio raggiunto in graduatoria.

 «Ogni giorno mi reco a lavoro entusiasta di quello che faccio, ma purtroppo questo entusiasmo si spegne ogni mese sempre di più per colpa del ministero dell’Istruzione e del Merito che non è mai e poi mai puntale nel pagamento degli stipendi. Ad oggi purtroppo mi ritroverò a passare le vacanze natalizie senza percepire stipendio, ma la cosa più grave è che non si sa il motivo», aggiunge Dante Luca Campoli, professore di religione alle superiori, nella regione Lazio.

 «È vergognoso», dice Gianna Fracassi, segretaria nazionale della Flc Cgil: «Migliaia di docenti ricevano lo stipendio con mesi di ritardo. Succede ogni anno perché le risorse necessarie al pagamento dei supplenti non vengono considerate una spesa fissa. Così arriviamo a dicembre che non ci sono abbastanza soldi per pagare tutti. Vanno fatte le variazioni nel bilancio e deve essere riavviato tutto l’iter burocratico». 

 Come spiegano dal sindacato, il ministro Giuseppe Valditara ha più volte annunciato che avrebbe semplificato e velocizzato «il farraginoso sistema attraverso cui i supplenti brevi gestiscono gli insegnamenti. Perché anche quando ci sono i fondi le procedure restano molto lente. Ma non è successo». Flc-Cgil fa sapere di essere intervenuta per regolarizzare le procedure di pagamento degli stipendi ai supplenti come previsto dal Piano sulle Semplificazioni Amministrative: «Siamo venuti a conoscenza di un’emissione urgente che riguarderà il pagamento degli stipendi, compresi gli arretrati, ai supplenti brevi e saltuari, in base alle rate autorizzate di pagamento. La liquidazione dovrebbe avvenire per il 27/28 dicembre 2023. Non appena riprenderà il pieno funzionamento del portale NoiPA, il cui servizio è stato sospeso a causa del sovraccarico di accessi di questi giorni che hanno provocato un rallentamento dei server, sarà possibile verificare lo stato dei pagamenti in corso di lavorazione», si legge nella nota dell’11 dicembre. 

I docenti però sono poco fiduciosi: «È impossibile che le scuole riescano a pagarci entro il 27 dicembre. Se ne parlerà almeno a fine gennaio», riferisce Campoli. A conferma che la situazione, come aveva già raccontato anche L'Espresso, si ripete identica a se stessa da tempo. Mentre sui social oltre ai professori che raccontano di essere senza stipendio da mesi cresce anche il numero di chi sottolinea che quest'anno si è aggiunto il problema che il portale NoiPa non funziona da giorni.