Il MIUR ha illustrato ai sindacati le modifiche che sono state apportate ai testi dei ‎decreti sulla base delle osservazioni e delle condizioni contenute nei pareri delle commissioni parlamentari. 

Queste in sintesi delega per delega le principali novità.

 

‎Scuole italiane all'estero

Cancellato l'art.36 del decreto, prevista la ripetibilità del mandato, equiparato il trattamento economico del personale scolastico con il personale Maeci, richiamo a criteri oggettivi e trasparenti in materia di reclutamento, previsto un regime transitorio per l'entrata in vigore di alcune delle principali norme introdotte dela decreto a partire dall'a.s. 2018/2019.

Diritto allo studio

Dalla discussione che è seguita sulla delega finalizzata alla determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni per il diritto allo studio, emerge che in tutti c'è la consapevolezza che la delega non ha avuto seguito. Tuttavia il Governo non sembra intenzionato a porvi rimedio, per cui l'ampio dibattito che sul punto si è svolto nelle Commissioni resterà un semplice esercizio dialettico, oltre che un promemoria per futuri riscontri sul piano della legittimità costituzionale dei successivi provvedimenti.

Competenze del primo ciclo ed esami di stato

La discussione sulla valutazione e certificazione delle competenze è l'unica che si è svolta senza la guida di un testo scritto. La comune percezione, comunque, è che sia ancora in corso la discussione sul sistema di valutazione e certificazione delle competenze nel primo ciclo, mentre per il secondo ciclo il Ministero è convinto della necessità di utilizzare, comunque e in ogni caso l'INVALSI, sia pure in assenza di motivazioni chiare e scientificamente supportate.

Revisione dei percorsi dell'istruzione professionale

Riguardo allo schema di decreto sull’istruzione professionale le modifiche apportate al testo approvato in prima lettura dal Consiglio dei Ministri e presentati in Parlamento, non sembrano in grado di modificare l’impianto complessivo della proposta normativa. Si conferma l’abrogazione della filiera tecnico-professionale, spariscono settori e opzioni, si individuano indirizzi di studio senza specificarne i criteri e si demanda a un futuro incerto la loro modifica anche nel confronto con le parti sociali, si introducono nuove figure (il tutor) si generalizzano strutture (l’Ufficio Tecnico) si assegnano nuovi compiti (il Piano Formativo Individuale) senza prevedere risorse e demandando all’utilizzo del fondo di istituto. A tutto questo si aggiunga un evidente eccesso di delega (la legge 107/15 non prevede affatto l’emanazione di un nuovo regolamento sull’istruzione professionale) e la mancanza di confronto con chi opera quotidianamente nelle scuole.

Promozione, valorizzazione e sostegno cultura e creatività

Anche lo schema di decreto sulla cultura umanistica e il sostegno alla creatività è ancora lontano dal risolvere le criticità evidenziate dalla FLC CGIL.

Inclusione scolastica degli alunni con disabilità

I pareri di Camera e Senato non hanno cambiato la natura del decreto sui processi inclusivi, atto 378, che a nostro avviso interviene sulla legislazione vigente per tagliare posti di sostegno, per liberare gli enti locali e le Asl dalle incombenze loro spettanti (personale dedicato all’assistenza e al profilo educativo, trasporti, medici specializzati), per mortificare l’autonomia scolastica che perde la potestà di deliberare il fabbisogno di sostegno da proporre agli USR, in quanto tale incarico è conferito al Gruppo Territoriale per l’Inclusione (GIT). L’unico provvedimento che avrebbe garantito la continuità didattica dell’insegnante di sostegno, la stabilizzazione dell’organico di fatto ancora in numero consistente, non è previsto dal provvedimento e le soluzioni proposte sono palliativi in un’ottica di risparmio a spese dei diritti delle ragazze e dei ragazzi con disabilità.

Istituzione del sistema integrato di educazione e istruzione 0-6

Il decreto sul sistema integrato di istruzione ed educazione 0-6 anni non scioglie ancora i dubbi che abbiamo nutrito sulla vera volontà del Governo di procedere affinchè il percorso 0-3 anni entri nel sistema dell’istruzione. Rimangono in piedi incongruenze fondamentali lesive della legge 62 sulla parità scolastica, dei contratti nazionali di lavoro, del modello pedagogico che dovrebbe salvaguardare l’aggancio dell’asse 0-6 al sistema istruzione.

Un esempio su tutto, come si fa a considerare percorso di educazione ed istruzione la frequenza di uno spazio gioco? Le sezioni primavera appaiono ancora incerte nella loro stabilizzazione, il potenziamento della scuola dell’infanzia, tanto promesso alle docenti delle GAE, non è esigibile perché non c’è uno stanziamento dedicato.

Formazione iniziale e reclutamento docenti scuola secondaria

L’unico decreto che con gli opportuni correttivi ha recepito le istanze presentate dalla FLC CGIL alle audizioni è quello sulla formazione iniziale e le nuove forme di reclutamento nella scuola secondaria (atto 377), laddove nella fase transitoria si prevede l’istituzione di una graduatoria di merito regionale ad esaurimento, all’interno della quale potranno confluire, attraverso una selezione non ad excludendum, tutti gli iscritti nelle seconda fasce di istituto. Vigileremo sull’attuazione della fase transitoria perché siano garantiti, per tutto il precariato storico i diritti maturati, comprese le terze fasce d’istituto con i 36 mesi di servizio.

La formazione iniziale, pur se positiva nell’impostazione, è troppo lunga nei suoi 8 anni tra laurea e tirocinio formativo (FIT), rischiando di non essere appetibile soprattutto per i laureati di materie scientifiche. Prevede un salario che nei primi 2 anni è troppo scarso, per cui il contratto nazionale di lavoro dovrà disciplinarne salario e profilli.