Nell'annuale rilevazione del Censis su oltre 1.000 dirigenti scolastici emerge il prevalere di disorientamento (39,8% delle scuole) e demotivazione (21,8%), e solo nel 20,8% di un atteggiamento ottimistico.
Per i dirigenti intervistati, tra gli aspetti della loro professione che negli ultimi anni sono stati particolarmente gravosi, al primo posto si collocano quelli normativi e burocratici.

In particolare, in un range che va da 1=per niente gravoso a 10=molto gravoso hanno assegnato un punteggio medio di 8,30 al nodo critico dell'applicazione e delle responsabilità relative a normative generali, quali privacy, trasparenza amministrativa e siti web, anticorruzione e soprattutto in materia di sicurezza e edilizia scolastica.
Il 68,8% dei dirigenti ritiene necessario affrontare urgentemente il nodo economico, chiedendo un incremento delle retribuzioni in linea con il loro ruolo di dirigenti pubblici.
Il 37,5% avanza la richiesta di un supporto organizzativo e amministrativo per l'applicazione delle procedure per la dematerializzazione e del Codice dell'Amministrazione Digitale.”
Come FLC avevamo richiamato più volte il problema anche in relazione al modello di questionario che il MIUR ha messo a disposizione degli USR per effettuare la valutazione dello stress lavoro correlato dei dirigenti scolastici.
Sul questionario, elaborato nell’ambito di un progetto di ricerca finanziato dal MIUR, avevamo evidenziato come FLC CGIL alcuni limiti derivanti da una incompleta conoscenza, da parte degli estensori del questionario, di tutte le complesse attività svolte dai dirigenti scolastici. Abbiamo proposto alcune integrazioni alle domande per ricomprendere fra gli ambiti in cui si manifestano relazioni potenzialmente “stressanti” per i dirigenti scolastici anche quelle con gli organi dell’amministrazione, con gli organi di controllo, con le rappresentanze dei sindacali e con gli organi collegiali. Abbiamo anche ricordato che non si tratta solo di somministrare un questionario ma di “leggere” poi i risultati, di valutare i livelli dello stress lavoro correlato e di adottare misure per la loro riduzione. Tale valutazione deve essere effettuata non dalla amministrazione, ma dai soggetti, competenti, che hanno prodotto il questionario e deve essere condivisa con le OO.SS. rappresentative della dirigenza scolastica al livello nazionale e a livello locale.
Riteniamo perciò sbagliato che il compito del MIUR si limiti ad una mera trasmissione del questionario agli USR (tutti diffidati nell’ambito della nostra mobilitazione del 25 maggio) per un loro autonomo utilizzo.
Una valutazione dello stress lavoro correlato effettuata autonomamente da 18 uffici regionali e non gestita da una procedura informatizzata nazionale sarebbe infatti non solo diseconomica ma soprattutto inaffidabile negli esiti, perché non condotta e analizzata da chi ha definito il modello della ricerca e ha elaborato i criteri per la lettura dei risultati.