da Corriere.it

di Laura Cuppini

Mentre in Italia si discute di green pass obbligatorio per gli insegnanti, a due settimane dall’apertura delle scuole, uno studio statunitense aiuta a capire quali possono essere i rischi della presenza di un adulto positivo in classe.
Il lavoro è importante perché la maestra in questione era contagiata con la variante Delta, mentre molti degli studi precedenti sulla trasmissione del virus nelle aule sono stati fatti su ceppi meno contagiosi.

 

Il focolaio

Negli Stati Uniti alcuni distretti scolastici, come quello di New York, hanno già imposto l’obbligo di vaccino a docenti e personale, altri distretti potrebbero seguire la stessa linea. Tanto più che nei giorni scorsi la Food and drug administration ha approvato in via definitiva il vaccino di Pfizer/BioNTech (dai 16 anni in su, ma è già autorizzato in via emergenziale anche dai 12 ai 15 anni).
Lo studio dei Centers for disease control and prevention (Cdc), ente della sanità pubblica americana, riguarda un episodio avvenuto a maggio in una scuola elementare di Marin County, in California.
L’insegnante, non vaccinata e positiva alla variante Delta, ha contagiato metà degli alunni della sua classe e, indirettamente, alcuni loro familiari.
In totale il focolaio ha riguardato 26 persone.

Senza mascherina

L’insegnante di Marin County ha mostrato i primi sintomi il 19 maggio, ma ha lavorato altri due giorni prima di sottoporsi al test per Covid.
L’insegnante ha letto ad alta voce, senza mascherina, a una classe di 24 studenti, nonostante le protezioni individuali siano obbligatorie negli Usa sia per i docenti che per gli studenti.
Gli alunni erano tutti under 12, quindi troppo giovani per poter essere vaccinati. Il 23 maggio l’insegnante ha riferito di essere positiva all’infezione da coronavirus.
Nei giorni successivi 12 studenti sono risultati positivi: tutti quelli della prima fila, 3 su 5 nella seconda fila e 4 su 14 nelle ultime tre file.
Inoltre si sono contagiati sei studenti di un’altra classe e almeno otto tra genitori e fratelli dei bambini infetti: tre dei parenti infettati erano vaccinati con ciclo completo.

Variante Delta

I ricercatori dei Cdc hanno sequenziato campioni del virus da alcuni dei positivi scoprendo che tutti erano stati infettati con la variante Delta.
Inoltre i campioni di 10 studenti delle due classi erano geneticamente indistinguibili, quindi senza dubbio provenivano dallo stesso focolaio.
I contagi sono stati dovuti a due fattori, affermano i ricercatori dei Cdc: l’alto livello di infettività di Delta e il fatto che l’insegnante non era vaccinata né indossava la mascherina.
Da notare che la contea di Marin ha il più alto tasso di vaccinazione della California (72 per cento): questo potrebbe spiegare perché il focolaio è rimasto limitato a 26 persone. Probabilmente senza un’elevata copertura vaccinale l’infezione si sarebbe diffusa molto di più.

Vaccinare tutti

I tassi di vaccinazione sono in aumento negli Usa, ma la variante Delta continua a guidare un’impennata di casi, ricoveri e morti.
Perché la scuola possa riaprire in modo sicuro serve vaccinare tutta la popolazione candidata, dai 12 anni in su: la comunità scientifica è concorde su questo punto.
«La cosa più importante che possiamo fare per proteggere i ragazzi, in particolare quelli troppo giovani per essere vaccinati, è assicurarsi che gli adulti con cui hanno contatti, compresi gli insegnanti e il personale scolastico, lo siano» ha affermato Jennifer Nuzzo, epidemiologa della Johns Hopkins University.
I test clinici dei vaccini per gli under 12 sono in corso: Pfizer ha annunciato che i primi risultati potrebbero arrivare a settembre. Una possibile arma in più per garantire la scuola in presenza nei prossimi mesi.