da Corriere.it

di Cristina Marrone

La sindrome di burnout: le caratteristiche

La sindrome di burnout o «dell’esaurimento da lavoro» è la risposta ad uno stress emotivo cronico e persistente, caratterizzato da esaurimento fisico ed emotivo, tendenza a considerare le persone come oggetti, sensazione di perdita di significato del proprio operato e ridotta produttività. In genere colpisce coloro che sono impiegati nelle professioni di aiuto, nelle emergenze, nel sociale come medici, infermieri, poliziotti, vigili del fuoco, assistenti sociali, caregiver , ma può colpire anche altre categorie di lavoratori, quella forza lavoro iperattiva, iperconnessa e schiacciata da mille impegni tra lavoro e famiglia. Le donne sarebbero più esposte degli uomini al pericolo di esaurimento psico-fisico.

 Le motivazioni

Può succedere di sentirsi un po’ svuotati, avere poche energie, scarsa motivazione sul lavoro, sentirsi schiacciati dagli impegni. Le motivazioni possono essere molteplici: scadenze complesse, problemi con i colleghi di lavoro, nuovi gravi fattori di stress familiare. Il burnout professionale va oltre la necessità di una semplice vacanza o di un ritiro di famiglia e gli esperti individuano nel burnout a lungo termine e irrisolvibile un vero problema di salute che può diventare una malattia cronica.

Le più comuni cause di burnout al lavoro

Sul lavoro ci sono una serie di fattori di stress che possono sfociare nel burnout e possono essere la causa di esplosioni di rabbia nei confronti di colleghi o clienti o di familiari; perdita di appetito e passione per le cose che una volta erano amate; incapacità di trovare una motivazione. Ecco quali sono le più diffuse cause di burnout al lavoro:
- Nuovi software, cambiamenti organizzativi, cambiamento di mansioni
- Termini e scadenze irrealistici
- Frequenti conflitti nella programmazione del lavoro o interruzioni
- Programmi che cambiano spesso
- Per chi fa lavori manuali l’esposizione alle intemperie e il sollevamento di carichi pesanti
- Aumento di responsabilità senza la giusta compensazione
- Difficili interazioni con colleghi o clienti

I segnali da tenere d’occhio

Secondo Christina Maslach, professoressa di psicologia all’Università della California, Berkeley, che ha condotto uno studio sul burnout, i segnali di questo malessere sono:
1- Sentirsi prosciugati emotivamente, soffrire di nausea, non riuscire a dormire e a superare banali malattie come il raffreddore
2 – Sentirsi alienati dai colleghi e dai capi, sentirsi costantemente sottovalutati o ostracizzati
3 – Avere la sensazione di non riuscire a dare il meglio

Quando le persone cominciano ad avere questo genere di problemi sul lavoro non è infrequente l’assenteismo, commettere errori, essere distratti. A volte si diventa aggressivi anche con chi in genere si va d’accordo

Piccole liste

Quando si è esauriti emotivamente ci si sente sopraffatti e spesso si continua a rimandare (e ci si rimprovera per questo). Il semplice iniziare a fare piccole cose , senza porsi obiettivi irraggiungibili, può avere un grande impatto sul proprio benessere personale. Alcuni studi hanno dimostrato che impostare e raggiungere piccoli obiettivi porta all’aumento di dopamina nel cervello e un progresso costante può aumentare l’impegno delle persone nel lavoro e la loro felicità durante la giornale lavorativa. Quindi come si può fare? Agire a piccoli passi. Il suggerimento è di compilare una lista delle cose da fare, dividendo ogni attività in piccole parti e man mano che i compiti vengono eseguiti spuntare la lista. Progredire (anche lentamente) fa stare meglio.

Prenditi tempo per recuperare

Gli esperti sono concordi nel sostenere che staccare la spina è un trucco veloce per alleviare il burnout. L’ideale sarebbe concedere a se stessi un’intera giornata facendo quel che più ci piace, andando a letto presto la sera per riposare una notte intera. Non sempre però è possibile, soprattutto quando ci si trova di fronte a scadenze importanti o se si deve assistere un parente malato. È importante però prendersi comunque piccoli momenti, anche solo una passeggiata o una pausa pranzo un po’ più lunga. È bene concedersi una pausa di 5 minuti ogni 20, magari al termine di ogni piccolo singolo compito.

Parla con qualcuno

Un antidoto efficace contro il burnout è interagire con gli altri. «Abbiamo scoperto che per la salute e il benessere psicofisico è molto meglio avere rapporti con gli altri piuttosto che essere isolati. Gli altri rappresentano una risorsa preziosa» spiega al New York Times Christina Maslach, professoressa di psicologia all’Università della California, Berkeley. Se al lavoro c’è un collega di cui ci si fida molto si può anche provare a discutere con lui su come affrontare i problemi lavorativi

Un hobby lontano dal lavoro

Coltivare un hobby al di fuori del lavoro grazie al quale è possibile decomprimere lo stress e dissociarsi temporaneamente dall’attività lavorativa può essere molto utile e dà sollievo allo stress. Non deve essere nulla di specifico, basta anche una semplice attività fisica.