da Il Messaggero.it

di Marco Cusumano

Un assurdo “gioco” per sbeffeggiare gli insegnanti, colpendoli con uno zaino fingendo un incidente. Tutto organizzato secondo le regole indicate su un profilo Instagram creato apposta e, naturalmente, tutto ripreso dai telefonini per creare video da pubblicare sui social. L’ennesimo inquietante gioco, se così può essere definito, approda in una scuola superiore di Latina dove sono stati segnalati diversi episodi con il coinvolgimento di decine di alunni. 

Per adesso tutti i casi sono riconducibili a un unico istituto superiore, dove sono in corso degli accertamenti per ricostruire con precisione quanto accaduto, ma il timore è che questa sciocca pratica si possa presto diffondere anche in altre scuole, secondo un perverso meccanismo di emulazione. Nel mirino almeno cinque insegnanti, una delle quali è stata colpita in pieno da uno zaino indossato su una sola spalla da uno dei suoi alunni che fingeva un urto accidentale mentre i compagni riprendevano la scena per poi pubblicarla sui social. La prof colpita è rimasta allibita di fronte al gesto, accasciandosi a terra dopo essere stata travolta. Il “gioco”, secondo la ricostruzione, è stato organizzato da un nutrito gruppo di ragazzi sedicenni di una classe terza, in fase di identificazione, che rischiano grosso se le accuse dovessero trovare conferma.

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La prof di Latina finita nel mirino dei suoi alunni ha una posizione ancora più difficile. E’ una supplente in attesa di stabilizzazione e, anche per questo motivo, alcuni suoi studenti l’avrebbero addirittura minacciata dicendo, in sostanza, che un’eventuale denuncia avrebbe danneggiato anche lei. Frasi assurde che rendono la vicenda ancora più inquietante.
Per adesso l’insegnante sta valutando se depositare la denuncia che aprirebbe un delicato procedimento, un passaggio necessario per ricostruire quanto accaduto. Nel frattempo è stato informato il dirigente della scuola che potrebbe prendere dei provvedimenti in autonomia e valutare eventuali sanzioni. Del caso si sta occupando anche la Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione Lazio, Monica Sansoni, che intende approfondire ogni aspetto di questa vicenda, tutta da chiarire. «E’ importante denunciare episodi di cyberbullismo, le vittime possono essere dei ragazzi ma anche degli insegnanti. In ogni caso - spiega Monica Sansoni - ci sono gli strumenti per essere tutelati e anche le famiglie devono comprendere che non si tratta di ragazzate, come spesso sento dire, ma di reati gravi e spesso sottovalutati». 
Il problema dei telefoni in classe è direttamente collegato a scherzi ed episodi di violenza, non solo nei confronti di altri alunni ma ora addirittura a danno degli insegnanti. Clamoroso, nell’ottobre scorso, fu il caso del liceo Majorana dove una ragazza si rifiutò di consegnare il proprio smartphone nonostante il divieto di tenerlo in aula ribadito da una circolare del preside. La ragazza, dopo il rifiuto, chiamò i genitori in lacrime. Poco dopo arrivò il fratello con un amico e poi il padre, chiedendo insistentemente di parlare con il preside. Nacque un’accesa discussione, con qualche spinta e si sfiorò la rissa, tanto che fu necessario l’intervento della polizia per placare gli animi.